Whistleblowing in azienda: affrontare la crisi dall’interno

31 Luglio 2025

Whistleblowing aziendale: come affrontare la crisi interna con comunicazione responsabile e credibile

Il whistleblowing aziendale è il sistema attraverso cui dipendenti o collaboratori segnalano comportamenti illeciti, violazioni etiche o irregolarità all’interno dell’organizzazione. Include canali di segnalazione protetti, procedure di verifica interna e comunicazione responsabile per gestire crisi reputazionali che possono derivare da segnalazioni interne o leak esterni.

INDICE:

In un ecosistema aziendale sempre più orientato alla trasparenza, il whistleblowing è diventato uno strumento fondamentale per la tutela dell’etica e della legalità. Ma per le imprese, ricevere una segnalazione interna può anche rappresentare l’inizio di una crisi reputazionale se la comunicazione non viene gestita con tempestività, metodo e responsabilità.

Ma per le imprese, ricevere una segnalazione interna può anche rappresentare l’inizio di una crisi reputazionale se la comunicazione non viene gestita con tempestività, metodo e responsabilità. La differenza tra un’azienda che esce rafforzata da una segnalazione e una che subisce danni permanenti sta nella preparazione e nella qualità della gestione comunicativa.

Le nuove normative europee, la sensibilità crescente dell’opinione pubblica e la facilità con cui certe notizie si diffondono sui media e sui social rendono il whistleblowing aziendale un tema delicato. In questo scenario, un’agenzia di crisis management può fare la differenza tra un rischio contenuto e un danno permanente.

Che cos’è il whistleblowing aziendale?

Il whistleblowing è l’atto con cui un dipendente, collaboratore, ex membro dell’azienda, fornitore o stakeholder segnala comportamenti scorretti, illeciti o contrari al codice etico interno attraverso canali dedicati e protetti.

Definizione Legale (Direttiva UE 2019/1937)

Secondo la normativa europea, il whistleblowing riguarda segnalazioni di:

  • Violazioni di leggi (nazionali o europee)
  • Illeciti penali (corruzione, frode, riciclaggio)
  • Violazioni normative (fiscali, ambientali, sicurezza sul lavoro)
  • Condotte contrarie all’interesse pubblico o aziendale
  • Irregolarità etiche gravi

Ambiti di segnalazione tipici

CategoriaEsempi Concreti
CorruzioneTangenti, mazzette, conflitti interesse
Frode FinanziariaFalsi in bilancio, evasione fiscale
Sicurezza/AmbienteViolazioni safety, inquinamento
DiscriminazioneMolestie, discriminazioni di genere/etnia
Privacy/DatiViolazioni GDPR, data breach
Conflitti InteresseAppalti pilotati, nepotismo
Violenze PsicologicheMobbing, abuso di potere

Whistleblowing Aziendale: obbligo di Legge e opportunità strategica

Il Quadro Normativo Italiano

D.Lgs. 24/2023 (recepimento Direttiva UE 2019/1937):

Chi è obbligato:

  • Aziende private con 50+ dipendenti
  • Enti pubblici (tutti, senza soglie)
  • Comuni con 10K+ abitanti
  • Settori regolamentati (banche, assicurazioni, sanità) anche
  • sotto i 50 dipendenti

Perché può generare una crisi

Quando una segnalazione di questo tipo emerge – soprattutto se viene diffusa all’esterno – l’azienda può ritrovarsi al centro di una crisi reputazionale e operativa, anche se i fatti non sono ancora stati accertati.

Perché la comunicazione è centrale nella gestione di una segnalazione interna

Molte aziende cadono in errore nel tentativo di “tenere tutto dentro” o minimizzare. Ma il rischio più grande è lasciare che siano altri a raccontare la storia. Anche nei casi in cui la segnalazione non sia fondata, la narrazione pubblica si forma rapidamente, e può danneggiare la fiducia di clienti, dipendenti, media e istituzioni.

Una buona strategia di comunicazione deve:

  • proteggere la riservatezza del segnalante, come previsto dalla legge
  • dimostrare attenzione, ascolto e volontà di accertare i fatti
  • trasmettere l’impegno dell’azienda verso legalità e trasparenza
  • evitare qualunque atteggiamento difensivo, reticente o emotivo.

I passaggi chiave per una gestione efficace della crisi da whistleblowing

Ogni situazione è diversa, ma esistono alcune buone pratiche comuni che ogni azienda dovrebbe adottare:

  1. Attivare subito il Crisis Management Team
    Serve un coordinamento immediato tra funzioni legali, HR, compliance e comunicazione. Le risposte vanno allineate sin dall’inizio.
  2. Stabilire un perimetro comunicativo
    È importante definire chi può parlare, con quali contenuti e su quali canali. La coerenza delle dichiarazioni è essenziale per contenere l’escalation mediatica.
  3. Comunicare l’avvio delle verifiche interne
    Anche senza anticipare conclusioni, informare che sono in corso indagini interne è un segnale di responsabilità.
  4. Coinvolgere il top management nel modo corretto
    Se il caso lo richiede, può essere utile che un membro autorevole del management si esponga con un messaggio misurato e istituzionale.
  5. Gestire la comunicazione interna con attenzione
    I dipendenti devono essere informati prima che apprendano notizie da fonti esterne. L’assenza di comunicazione interna alimenta confusione e sospetti.

Come può supportare un’agenzia di crisis management

Competence affianca le aziende nella gestione delle crisi legate al whistleblowing con un approccio integrato, che comprende:

  • preparazione di piani di comunicazione per scenari sensibili
  • supporto nella redazione di dichiarazioni pubbliche, Q&A e messaggi per stakeholder interni
  • gestione della reputazione digitale in caso di leak o attenzione mediatica
  • formazione e simulazioni per il top management e il team comunicazione
  • monitoraggio della percezione esterna e analisi dei rischi reputazionali

Essere supportati da professionisti esperti consente di evitare improvvisazioni dannose e di preservare la credibilità aziendale nei momenti più delicati.

Prevenzione: la cultura interna come primo argine alla crisi

Il modo migliore per evitare che una segnalazione interna si trasformi in una crisi pubblica è costruire, prima, una cultura aziendale improntata alla trasparenza e alla fiducia. Ciò significa:

  • dotarsi di un canale di segnalazione interno chiaro, accessibile e tutelato
  • formare i dipendenti sul loro diritto di segnalare
  • dimostrare nei fatti che l’azienda prende sul serio i principi che dichiara
  • creare una cultura della responsabilità condivisa, non del sospetto

La prevenzione comunicativa è parte integrante della gestione moderna della crisi.

Una segnalazione interna può essere l’occasione per rafforzare la trasparenza dell’organizzazione oppure l’inizio di una crisi non gestita. La differenza sta nella preparazione e nella qualità della comunicazione.

Conclusione

Hai letto il quinto contenuto della nostra rubrica “Crisis Anatomy“. Se ti sei perso il quarto articolo “Prevenire è meglio che curare: l’importanza della formazione nella gestione delle crisi”.

Stay tuned: il valore della condivisione

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Takeaway

  1. Preparazione > Reazione le crisi whistleblowing mal gestite deriva da mancanza di preparazione, non dalla gravità dell’illecito. Avere crisis playbook + sistema efficace + team formato = ROI 10:1.
  2. Trasparenza Controllata > Silenzio Comunicare proattivamente (interno first, poi esterno se necessario) riduce danno reputazionale. Silenzio = sembri colpevole + perdi controllo narrativa.
  3. Whistleblowing = Asset, Non Minaccia Aziende con cultura speak-up solida identificano problemi prima, recuperano trust più velocemente, e trasformano potenziali crisi in case study di trasparenza.

FAQ: Whistleblowing Aziendale

Una segnalazione whistleblowing è una comunicazione, anche anonima, con cui un soggetto (dipendente, collaboratore, fornitore) informa l’azienda o autorità competenti di comportamenti illeciti, violazioni di legge o irregolarità etiche di cui è venuto a conoscenza in ambito lavorativo. È protetta dalla Direttiva UE 2019/1937 (D.Lgs. 24/2023 in Italia) che tutela il segnalante da ritorsioni. Include violazioni di norme (penali, fiscali, ambientali), frodi, corruzione, discriminazioni, molestie, conflitti interesse, e altri illeciti che ledono l’interesse pubblico o aziendale.
Sì, se: (1) Hai 50+ dipendenti (settore privato), (2) Sei ente pubblico (qualsiasi dimensione), (3) Operi in settori regolamentati (banche, assicurazioni, sanità) anche sotto 50 dipendenti, (4) Sei comune con 10K+ abitanti. La normativa (D.Lgs. 24/2023) prevede sanzioni €10K-€50K per mancata istituzione del canale, più sanzioni penali (fino a 2 anni reclusione) per ritorsioni contro segnalanti. Scadenze implementazione: già in vigore. Se rientri negli obblighi e non hai ancora il canale, sei già in violazione.
Azione immediata (primi 4 step entro 48h):
  1. Conferma ricezione al segnalante entro 7 giorni (obbligo legale),
  2. Attiva crisis team (legal, HR, compliance, comunicazione),
  3. Severity assessment (LOW/MEDIUM/HIGH/CRITICAL),
  4. Comunica ai dipendenti che hai ricevuto segnalazione e hai avviato verifiche.

NON: minimizzare, cercare di identificare segnalante per ritorsione, nascondere sperando “passi”, rispondere in modo difensivo. Timeline legale: 3 mesi per concludere indagine e dare feedback a segnalante. Best practice: comunicazione trasparente interna + esterna se necessario, azioni concrete visibili, protezione assoluta segnalante.

Sì. La legge italiana (D.Lgs. 24/2023) protegge anche segnalazioni anonime. L’azienda DEVE accettare e verificare segnalazioni anonime con la stessa serietà di quelle identificate. Sistema di segnalazione deve garantire possibilità di anonimato tecnico (es: piattaforma con codice univoco per comunicazione bidirezionale senza rivelare identità).
ATTENZIONE: anonimato non significa impunità per false segnalazioni in mala fede. Se si dimostra che segnalazione anonima è diffamatoria intenzionale, segnalante perde protezione. Ma onere della prova è altissimo e segnalazioni in buona fede (anche se errate) restano protette.